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Contesto alimentare trattoria urbana nasce dall'idea di Francesca e Matteo di creare uno spazio urbano elegante e semplice, dove poter "mangiare" ma anche "pensare" al cibo.

Un luogo dove si realizza il binomio cibo e cultura. 

 

Dall'esperienza con il salone del gusto alla tesi in antropologia ed etnologia sulla Nuova Caledonia e sul cibo come valore culturale,  qui cerchiamo di realizzare nella pratica le tesi di slow food: il cibo fa parte della nostra identità e ci specifica. Non solo, in una realtà urbana come Torino il cibo riflette la società variegata e la sua commistione culturale e la illustra. 

Nascono così i nostri classici, frutto della fusion e della commistione tra culture: dai "sabaudo-senegalesi" ravioli mafe, al maraja alla gallina "bangla piemontese" tikka masala, ai nippo-plin.

Il contesto nasce idealmente nel 2010  in una libreria universitaria torinese attorno a palazzo nuovo dalle idee bizzarre di Francesca e Matteo, che non erano ancora ristoratori, e si realizza nel gennaio 2012 nei locali di via Accademia Albertina inizialmente solo con lei in cucina e lui in sala. Nel 2013 si aggiunge anche Alioune e la squadra si inizià a formare. E con l'arrivo di Alberto nel 2015 in cucina e di Florin in sala nel 2016 che la formazione si completa. 

Il nome, inusuale per un locale, nasce da un tributo all'antropologo Marc Augé e ai suoi "luoghi e non-luoghi": spazi identitari in cui si realizzano scambi e relazioni tra individui di contro agli spazi privi di identità dove la prerogativa e frenesia e spersonalizzazione. 

Lo Chef

Francesca Sgandurra

I campi di tarassaco
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Autodidatta curiosa e affascinata dalle sfide, Francesca non ha il canonico curriculum da Scuola alberghiera: ha una laurea in antropologia culturale e ha iniziato a cucinare a casa da piccola con la nonna per tramandare gesti, riti, profumi e sapori. da grande cucinando per gli amici nella pausa pranzo.m, ha poi deciso che voleva farne un lavoro e ha cominciato a seguire corsi nelle pause libere e nei week end. Qualche anno di pratica, tra cui le esperienze al Bunet di Bergolo con Emilio Banchero e il Bordò delle sorelle Bordonaro, e poi la decisione di aprire insieme a Matteo il Contesto.

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